di Andrea Addolorato
Presidente associazione Culture a Confronto
Leggendo l’editoriale di Enzo Cocca sull’ultimo numero della rivista ufficiale della FITP (E. COCCA, Funzione dei gruppi folklorici nel XXI secolo, in «Il Folklore d’Italia», Anno XIX, n. 2, pp. 3-4 e 15.) non si può che essere d’accordo sul fatto che «si pone con urgenza la questione di come, nelle esibizioni dei gruppi, si possano perfezionare e quasi superare le attuali qualità di volontariato spontaneo per giungere a qualità di tipo professionale». Ma questa problematica non può prescindere da un approfondimento culturale. E lo stesso Cocca giunge a questa conclusione: «Per risolvere tale problematica, come prima istanza, i gruppi dovrebbero partire da una conoscenza rigorosa e scientifica delle tradizioni popolari delle rispettive comunità; da questa base sarà possibile interpretare e mettere in scena il proprio patrimonio etnografico offrendo spettacoli su un palcoscenico, davanti ad un pubblico da tempo ormai abituato ad assistere a performances con qualità scenografiche abbastanza raffinate». Come non dare ragione a Cocca? Sperimentiamo da tempo quanto egli afferma e scrive sulle pagine de “Il Folklore d’Italia”, e siamo sempre più convinti che la strada che abbiamo intrapreso con gli sforzi profusi nell’organizzazione del festival mondiale “Culture a confronto”, in qualità di padroni di casa, possa e debba essere quella giusta. Crescere confrontandoci, quindi, è un obiettivo essenziale per la vita delle nostre associazioni, ma per farlo bisogna prendere sempre più coscienza del proprio patrimonio etnografico. Da qui nasce l’idea di fondare una rivista che non si occupi solo di attualità legata al nostro mondo attraverso la costituzione di un comitato di redazione di tipo giornalistico, ma offra anche l’opportunità ad affermati studiosi di divulgare i propri studi demo-etno-antropologici. Impossibile, per noi, riuscire in un simile intento con le sole nostre forze. È per questo che ci siamo rivolti al presidente nazionale della FITP, Benito Ripoli, per chiedere un sostegno della Consulta Scientifica, egregiamente presieduta dal professor Mario Atzori.
Non posso dunque chiudere questo mio breve intervento senza ringraziare loro e tutti coloro i quali ci hanno aiutati a realizzare questa nostra rivista. Una rivista che, mi preme sottolinearlo, sarà aperta a quanti vorranno darci una mano e che spero riusciremo, con il sostegno dell’associazione “Culture a confronto”, a incastonare nel firmamento delle pubblicazioni di qualità del panorama nazionale.